Quali sono gli Stati che hanno provato il Reddito Universale?
Quali Stati hanno aderito. Diversi paesi hanno sperimentato il reddito universale o varianti di esso attraverso progetti pilota. Sebbene nessun paese abbia ancora implementato un reddito di base universale a livello nazionale in modo permanente, ci sono stati esperimenti a diverse scale in varie parti del mondo. Ecco alcuni degli esempi più significativi:
1. Finlandia
- Periodo: 2017-2018
- Dettagli: La Finlandia ha lanciato un esperimento di reddito di base incondizionato, dove 2.000 cittadini disoccupati hanno ricevuto un reddito mensile di 560 euro, senza alcuna condizione legata alla ricerca di lavoro.
- Risultati: L’esperimento ha mostrato che il reddito di base ha migliorato il benessere mentale e la fiducia nelle istituzioni, ma non ha avuto un impatto significativo sulla ricerca di lavoro. Tuttavia, molti partecipanti hanno riferito di sentirsi meno stressati e più soddisfatti della propria vita.
2. Canada (Ontario)
- Periodo: 2017-2019
- Dettagli: La provincia canadese dell’Ontario ha avviato un programma pilota di reddito di base che coinvolgeva circa 4.000 partecipanti. Il reddito variava in base alla situazione familiare e ai guadagni, con singoli che ricevevano fino a 17.000 dollari canadesi all’anno e coppie fino a 24.000 dollari.
- Risultati: Il progetto è stato interrotto dal nuovo governo provinciale prima della conclusione, quindi non ci sono risultati completi. Tuttavia, i partecipanti riportarono miglioramenti nel benessere, salute e condizioni di vita.
3. Stati Uniti (California, Alaska)
- Alaska Permanent Fund (attivo dal 1982): L’Alaska ha uno dei programmi più vicini al concetto di reddito universale, anche se non incondizionato. Ogni anno, i cittadini dello Stato ricevono un dividendo dai profitti del petrolio, che varia a seconda delle condizioni economiche. Non è un reddito sufficiente per vivere, ma rappresenta un esperimento di distribuzione universale di ricchezza.
- Stockton, California (2019-2021): La città di Stockton ha lanciato un progetto pilota in cui 125 residenti a basso reddito hanno ricevuto 500 dollari al mese per due anni, senza vincoli. I risultati hanno mostrato che i partecipanti hanno usato il denaro principalmente per spese essenziali, come cibo e alloggio, e hanno riportato miglioramenti nel benessere psicologico.
4. Kenya
- Periodo: Dal 2016 (ancora in corso)
- Dettagli: L’organizzazione no-profit GiveDirectly sta conducendo un esperimento su larga scala in Kenya, fornendo un reddito di base a circa 20.000 persone in diverse comunità rurali. I partecipanti ricevono pagamenti regolari per 12 anni.
- Risultati: Finora, i risultati preliminari mostrano che il reddito ha migliorato le condizioni di vita, ha ridotto la povertà e ha aumentato gli investimenti in attività economiche locali. L’esperimento è uno dei più grandi e a lungo termine mai condotti.
5. Paesi Bassi (Utrecht)
- Periodo: Dal 2017 (esperimento in corso)
- Dettagli: A Utrecht, un progetto pilota ha testato diverse versioni del reddito di base su 250 partecipanti. Alcuni ricevono pagamenti incondizionati, mentre altri devono soddisfare determinati criteri per continuare a ricevere il denaro.
- Risultati: L’esperimento è ancora in corso, ma le prime indicazioni suggeriscono che i partecipanti apprezzano la sicurezza economica aggiuntiva, con alcuni che hanno intrapreso nuove attività lavorative o di formazione.
6. India
- Periodo: 2011-2013 (studi pilota)
- Dettagli: L’India ha condotto una serie di esperimenti pilota in alcuni villaggi, finanziati dall’UNICEF. Migliaia di famiglie hanno ricevuto un reddito di base incondizionato per un periodo di due anni.
- Risultati: Gli studi hanno evidenziato miglioramenti in aree come la salute, l’istruzione e il livello di vita generale. Le famiglie hanno usato i fondi per migliorare le proprie abitazioni, accedere a servizi sanitari e investire in piccole attività.
7. Brasile (Maricá)
- Periodo: Dal 2019 (ancora in corso)
- Dettagli: La città di Maricá, in Brasile, ha avviato un progetto di reddito universale per i suoi cittadini, inizialmente coinvolgendo circa 42.000 persone, con l’obiettivo di espandersi ulteriormente. I partecipanti ricevono circa 130 reais al mese (circa 30 dollari USA) sotto forma di una valuta locale digitale.
- Risultati: Anche se il progetto è ancora in corso, è considerato un successo nell’affrontare la povertà e sostenere l’economia locale, stimolando i consumi interni e l’attività economica.
8. Germania
- Periodo: Dal 2020 (progetto pilota)
- Dettagli: La Germania ha avviato un progetto pilota in cui 122 partecipanti ricevono un reddito mensile di 1.200 euro per tre anni, finanziato da una raccolta fondi pubblica. Lo studio mira a comprendere l’impatto psicologico e sociale del reddito universale.
- Risultati: Il progetto è ancora in corso, ma sta attirando molta attenzione per capire come il reddito universale possa influenzare la vita delle persone nel contesto tedesco.
9. Spagna (Catalogna)
- Periodo: Inizio nel 2023 (progetto pilota)
- Dettagli: La Catalogna ha annunciato un progetto pilota di reddito di base che coinvolgerà circa 5.000 persone, le quali riceveranno 800 euro al mese (adulti) o 300 euro al mese (minori). Lo scopo è testare l’efficacia di un reddito di base in una regione con significative disparità economiche.
- Risultati: Il progetto è molto recente, e i primi risultati non sono ancora stati divulgati.
Conclusione:
Sebbene molti stati abbiano condotto esperimenti con il reddito universale, non esiste ancora un esempio consolidato di un paese che lo abbia adottato su scala nazionale in modo permanente. I progetti pilota finora hanno fornito risultati misti: alcuni mostrano miglioramenti nel benessere delle persone, altri sollevano dubbi sull’efficacia economica e sostenibilità a lungo termine. Questi esperimenti continuano a fornire dati preziosi per valutare il potenziale del reddito universale come politica sociale su scala più ampia.
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Quanti stati sono favorevoli al reddito universale?
Attualmente, non ci sono molti stati che si sono ufficialmente dichiarati favorevoli all’implementazione permanente del reddito universale su scala nazionale. Tuttavia, diversi paesi stanno discutendo attivamente l’idea o hanno condotto esperimenti e progetti pilota per testarne la fattibilità. La questione del reddito universale è ancora oggetto di dibattito in molte nazioni, e ci sono stati che si dimostrano aperti a esplorare il concetto, ma nessuno ha ancora implementato una politica di reddito universale a lungo termine.
Ecco una panoramica della situazione attuale in termini di favore o interesse verso il reddito universale in vari paesi:
1. Stati che hanno condotto esperimenti o progetti pilota
Alcuni paesi hanno mostrato un interesse significativo per il reddito universale attraverso progetti pilota e studi sperimentali. Tra questi:
- Finlandia: Ha condotto un esperimento dal 2017 al 2018 e rimane un paese aperto a ulteriori discussioni sull’idea.
- Canada: La provincia dell’Ontario ha sperimentato il reddito universale, e ci sono sostenitori a livello nazionale, anche se non c’è un impegno concreto del governo centrale.
- Stati Uniti (Alaska, California): L’Alaska ha il Permanent Fund Dividend, un sistema che condivide alcuni aspetti con il reddito universale. Alcune città, come Stockton (California), hanno sperimentato progetti pilota.
- Kenya: L’esperimento di lungo termine condotto da GiveDirectly mostra un forte interesse per l’idea in alcune aree.
- Brasile (Maricá): La città di Maricá ha attuato una forma di reddito di base e si sta discutendo se estendere il programma a livello nazionale.
- Germania: Un progetto pilota avviato nel 2020 ha raccolto interesse, ma il governo non ha ancora adottato una posizione favorevole su larga scala.
- Spagna (Catalogna): La Catalogna ha avviato un progetto pilota nel 2023, segno di un interesse crescente nella regione.
2. Stati con discussioni politiche attive
Diversi paesi stanno discutendo seriamente il concetto di reddito universale all’interno del loro dibattito politico e sociale:
- Spagna: Oltre all’esperimento in Catalogna, durante la pandemia di COVID-19 il governo spagnolo ha implementato un reddito minimo garantito (non universale), e ci sono state discussioni sull’espansione del concetto.
- Francia: L’idea del reddito universale è stata discussa nel contesto delle elezioni presidenziali e all’interno del dibattito politico. Alcuni partiti di sinistra hanno proposto forme di reddito di base.
- Italia: Anche in Italia si è discusso del reddito di cittadinanza, che però non è universale ma mirato ai disoccupati e alle famiglie a basso reddito. Alcuni partiti politici sostengono l’introduzione di un vero e proprio reddito universale.
- Svizzera: Nel 2016 la Svizzera ha tenuto un referendum per introdurre il reddito universale, ma la proposta è stata bocciata con il 77% dei voti contrari. Tuttavia, il dibattito continua.
3. Movimenti e supporto internazionale
Alcuni paesi non hanno ancora condotto esperimenti, ma ci sono movimenti attivi e sostegno da parte di partiti politici o organizzazioni civiche che promuovono l’idea del reddito universale. Tra questi:
- Regno Unito: Diversi partiti di sinistra e gruppi della società civile sostengono il reddito universale, e durante la pandemia di COVID-19 l’idea ha guadagnato consensi.
- Paesi Bassi: Anche qui esiste un dibattito attivo e sono stati condotti esperimenti a livello locale, come quello di Utrecht.
- India: Alcuni economisti e politici hanno proposto il reddito universale come soluzione per ridurre la povertà nel paese, specialmente nelle aree rurali.
4. Posizioni contrastanti
Anche se molti paesi hanno mostrato interesse o hanno condotto progetti pilota, molti governi rimangono scettici o contrari alla sua implementazione. Le principali preoccupazioni includono il costo elevato, i dubbi sugli incentivi al lavoro e l’effetto sul sistema fiscale e di welfare esistente.
In sintesi:
Attualmente, nessun paese ha ufficialmente adottato il reddito universale come politica permanente a livello nazionale. Tuttavia, molti stati stanno esplorando l’idea attraverso esperimenti, discussioni politiche o il sostegno di gruppi della società civile. Il reddito universale è un argomento di crescente interesse, soprattutto in risposta a problemi come l’automazione, la precarietà lavorativa e la crescente disuguaglianza, ma rimane una politica sperimentale o in discussione nella maggior parte dei contesti.
In sintesi, la politica italiana è favorevole o no a questo reddito universale?
In Italia, il dibattito sul reddito universale è presente, ma la politica è divisa sull’argomento e non c’è ancora un consenso generale.
A favore:
Alcuni partiti e movimenti, soprattutto quelli di sinistra, hanno mostrato un certo interesse verso l’idea del reddito universale, anche se nella maggior parte dei casi si tratta più di varianti o estensioni del reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza, introdotto nel 2019, è un sistema di sostegno economico destinato a disoccupati e famiglie a basso reddito, ma non è universale poiché è condizionato da criteri di reddito e ricerca di lavoro.
Alcuni gruppi politici, come il Movimento 5 Stelle, che ha sostenuto l’introduzione del reddito di cittadinanza, hanno discusso l’idea di ampliarlo o trasformarlo in una forma di reddito di base. Tuttavia, nessuna proposta concreta di reddito universale incondizionato è stata formalmente avanzata.
Contro:
D’altra parte, i partiti più di centro-destra, come la Lega o Fratelli d’Italia, sono generalmente contrari all’idea di un reddito universale. Essi ritengono che potrebbe disincentivare il lavoro e creare dipendenza dallo Stato. La loro posizione è spesso critica anche nei confronti del reddito di cittadinanza esistente, che è stato accusato di non favorire sufficientemente l’inserimento lavorativo.
In sintesi:
La politica italiana è divisa sull’argomento. Non esiste un ampio consenso a favore del reddito universale, e le discussioni si concentrano più sul miglioramento del reddito di cittadinanza piuttosto che sull’introduzione di un reddito universale incondizionato. Le principali preoccupazioni riguardano il costo e il rischio di disincentivare il lavoro, che rendono difficile l’adozione di una politica di questo tipo nell’immediato.
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